La prospettiva ecologica nel gioco d'azzardo prevede la possibilità di intervenire a livello ambientale per contenere e ridurre i danni stessi dell'attività di gioco. Questa prospettiva si basa su alcuni fondamenti teorici come la triade patogenetica che sottolinea come i comportamenti di dipendenza derivino dall'intreccio di più fattori di rischio: quelli individuali, quelli ambientali e quelli dall'agente stesso che in questo caso è il gioco d'azzardo.

Nello specifico i fattori di rischio ambientali legati alla patologia del gioco d'azzardo, che vengono riportati dalla letteratura possono essere riassunti come segue:


• Approvazione sociale: oggi possiamo affermare che esiste una cultura del gioco d'azzardo che è stata normalizzata da anni di fruibilità e accessibilità così come dalla comunicazione pubblicitaria. Sarebbe quindi importante che ciò venisse mitigato, così come per alcool, tabacco ed altri comportamenti a rischio, da azioni imponenti di comunicazione, atte a veicolare informazioni corrette a scopo preventivo;
• Accessibilità: che si declina con la vicinanza dei luoghi ai mondi di vita quotidiani delle persone, con il basso costo della giocata, con la diffusione capillare dei punti gioco, e con l'illimitata disponibilità temporale;
• Incrocio con altri fattori aumentativi del rischio: disponibilità nei luoghi dell'offerta di giochi d'azzardo di alcol, tabacco e altri benefit;
• Flessibilità ed ampiezza degli strumenti di pagamento.

Ne consegue che gli interventi di salute pubblica, cioè tutti quegli interventi che le varie istituzioni come la Regione, i Comuni, le altre pubbliche Amministrazioni, i vari servizi pubblici, in primis il Ser.D, il privato sociale accreditato e il Terzo Settore più in generale sono chiamati ad attuare possono intercettare proprio questi fattori di rischio e condurre quindi una duplice azione sia di prevenzione strutturale contenendo le occasioni di incontro tra soggetti vulnerabili e occasioni di gioco che di riduzione del danno per i giocatori con pattern già problematico che saranno meno esposti al rinforzo dell'incontro con il proprio oggetto del desiderio", agendo cioè sulle norme che regolano il flusso della disponibilità e accessibilità al mercato del gioco (riduzione dei tempi e dei luoghi di esposizione).
In altri termini si tratta di pianificare degli interventi di prevenzione, rivolti soprattutto sul piano strutturale, che contengano l'offerta del gioco, che regolamentino gli orari di apertura/funzionamento e che si possano stabilire delle congrue distanze rispetto alle zone sensibili (scuole, luoghi di culto, impianti sportivi etc.).
La letteratura scientifica ha ormai acclarato incontrovertibilmente che la prevenzione, nello specifico dei disturbi da dipendenza, è composta da due filoni paralleli ed integrati volti a ridurre l'incidenza (numero di nuovi casi di giocatori d'azzardo patologici che si registrano da un anno con l'altro) e la prevalenza (numero di casi patologici rilevati in un determinato momento) nella popolazione: azioni di prevenzione educativa ed azioni di prevenzione ambientale-strutturale (cioè, norme, regolamenti, disposizioni atti ad incidere sulla qualità, caratteristiche e quantità dell'offerta di prodotti di gioco d'azzardo legale). Se la prima influisce in particolare sull'incidenza, la seconda si è dimostrata avere effetti sensibili sia per quel che riguarda l'incidenza, sia per quel che riguarda la prevalenza (dal momento che essa va a sostenere anche il contenimento comportamentale delle persone che già manifestano un disturbo clinicamente rilevante).
In un recente passato, il 20 novembre 2017, la Regione Piemonte ha dato applicazione, nei bar e nelle tabaccherie, all'articolo 5 della Legge regionale 9/2016 "Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico", il quale prevede, fra gli altri provvedimenti di restrizione dell'offerta di gioco, come le limitazioni orarie, il cosiddetto "distanziometro". C'è da sottolineare che la Regione Piemonte è la prima Regione che applica attraverso propria legge regionale l'estensione di questo criterio in modo retroattivo anche a tutti gli apparecchi nei bar e tabaccherie ed è sempre la prima Regione che, in collaborazione con il Dipartimento "Patologia delle Dipendenze" ASL TO3, ha predisposto una valutazione scientifica attraverso la raccolta puntuale di dati per valutare l'efficacia degli interventi ambientali previsti dalla norma promulgata.
I risultati preliminari, riportati e commentati in più occasioni dal Direttore di Dipartimento Paolo Jarre (socio ALEA) riportano un'efficacia degli interventi relativi alle restrizioni degli orari di apertura. Ma andiamo con ordine. Il primo intervento ambientale è relativo all'applicazione del "distanziometro" dai luoghi sensibili, per questo aspetto è ancora prematuro per poter avere dei risultati sull'efficacia e quindi è necessario attendere per trarre delle considerazioni razionali.
Il secondo intervento, che si può già misurare è il risultato dell'applicazione delle restrizioni orarie. Anche in questo caso il Piemonte è il territorio in Italia dove vi è stato il maggiore numero di ordinanze limitative degli orari di funzionamento degli apparecchi elettronici di gioco. Nella sola ASL TO3, su 109 Comuni, 62 hanno adottato delle ordinanze restrittive (90% della popolazione); 54 Comuni hanno adottato un orario spezzato, con totale spegnimento al mattino: 14-18; 20-24. Nei Comuni ottemperanti, nel primo anno di parziale applicazione (il 2016) rispetto all'anno precedente, il volume delle giocate è diminuito di oltre 27 milioni di euro, riducendo così di circa 5 milioni di euro le perdite per i giocatori. Nei Comuni inadempienti la raccolta è stata poco più di 3 milioni di euro. Il calo della cosiddetta "raccolta" (volume delle somme "investite" in azzardo non è un bene solo sul piano economico: i giocatori hanno così evitato di impiegare il tempo prezioso della loro vita in comportamenti a rischio. L'efficacia di questo secondo intervento non ha necessità di essere commentata. È evidente che questo intervento ambientale porta con se una cascata di effetti favorevoli anche sul piano strettamente clinico tanto che nell'ASL TO3 si sono ridotti, a partire dal secondo semestre 2016 gli accessi degli anziani, grazie allo spegnimento degli apparecchi fino alle 14.00.
Nei Capoluoghi come Novara e Torino dove le Ordinanze sono state sospese dal Consiglio di Stato, nel periodo in cui le Ordinanze sono state mese in mora (primo semestre 2017), è stata osservata una crescita delle perdite del 13% rispetto ad un semestre "medio" dell'anno precedente. Sono 12 milioni e mezzo di euro costati ai giocatori in quel territorio. Cresce quindi il divario tra Comuni in cui le ordinanze sono applicate e dove invece non ci sono.
Concludendo questa prima parte del nostro Manifesto Alea possiamo complimentarci con la Regione Piemonte per aver affrontato in un'ottica di riduzione del danno NON PROIBIZIONISTICA il problema del gioco d'azzardo e di aver considerato la salute pubblica come bene da proteggere e salvaguardare per i propri cittadini.
Sicuramente l'applicazione di queste correzioni ambientali, come d'altro canto è successo con il fumo da tabacco: sono esempi preziosi per sviluppare anche un consenso culturale contro il gioco d'azzardo.


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