Recensione a “Sono il fallimento più riuscito della mia vita.Uscire ridendo dal gioGo d’azzardo”

“Sono il fallimento più riuscito della mia vita.Uscire ridendo dal gioGo d’azzardo” di Rolando De Luca

Chiunque conosca anche superficialmente il Dott. Rolando De Luca avrà sicuramente notato la sua tendenza alla  ricerca lato “faceto” do ogni situazione.

Questa  peculiarità si esprime massimamente nel suo ultimo libro “Sono il fallimento più riuscito della mia vita. Uscire ridendo dal gioGo d’azzardo”, che riporta oltre duecento tra battute umoristiche, lapsus, errori grammaticali e motti di spirito emersi nell’arco di 10 anni di sedute di gruppo presso il Centro di terapia di Campoformido. L’idea iniziale è partita dal terapeuta, che ha iniziato ad annotare minuziosamente questo materiale spontaneo, per poi comunicare il suo eccentrico progetto ai gruppi, rendendolo così un lavoro collettivo e condiviso.

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Recensione a "Addiction by Design" di N. Dow Schüll

(tratta da La Scommessa, febbraio 2014). N. Dow Schüll; Addiction by design. Machine gambling in Las Vegas. Princeton NJ 2012: Princeton University Press. 12 + 442 pagine. ISBN 978-0-691-12755-2.

Natasha Dow Schüll è professore associato al MIT (Massachusetts Institute of Technology). Ha fatto un soggiorno di studio di molti anni a Las Vegas, per studiare le macchine da gioco. Ne ha una visione in parte diversa, da quella di sociologi, psicologi, economisti, psichiatri, che pure ne hanno scritto. La versione di un’antropologa. Che cosa inchioda certe persone a certe macchine, al punto da dimenticare la loro stessa vita? L’autrice interroga parecchi giocatori, ma ricerca anche nella storia delle macchine da gioco, e del business che vi sta dietro.

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Recensione dello spettacolo teatrale “Se questo é un gioco”

L’ultima proposta formativa del GAT-P ci ha regalato delle emozioni forti.
Mi sono recata da Milano fin nelle valli svizzere di Biasca per vedere in scena lo spettacolo teatrale “Se questo é un gioco”, scritto e ideato dalla compagnia Comteatro di Corsico (in provincia di Milano).
Il gioco d’azzardo é stato “messo in scena” in tutte le sue sfaccettature. La pièce é riuscita a giocare in maniera pungente e intelligente sugli aspetti contrastanti del gioco d’azzardo (illusione-disperazione, avere-essere, razionalità-irrazionalità, divertimento-perdita di controllo, e così via) e ha mostrato una volta di più come, quella che inizia come una passione, un gioco, possa trascinare una persona e coloro che le stanno vicino in una situazione insostenibile.

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Lettera aperta al Rettore del Politecnico di Milano

fiascoEditoriale di ALEA Bulletin 3/2016

Da alcuni anni l'Università da Lei governata è impegnata, per il tramite di corsi istituzionali o di intere facoltà, anche in attività di studio e di ricerca sul complesso fenomeno del gioco d'azzardo. Accanto a iniziative dall'impianto del tutto limpido e di grande pregio scientifico (e civile) – per esempio quello denomina- to Bet On Math: prevenire l'abuso del gioco d'azzardo con la matematica, curato dal Laboratorio di Formazione Matematica e di Sperimentazione Scientifica – ve ne sono altre che si prestano a rilievi critici molto netti. E a proposito di uno di questi che le indirizzo la presente "lettera aperta".

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Recensione di “To play or not to play: A personal dilemma in pathological gambling”

Normalmente si tende ad avere una preferenza a evitare le perdite piuttosto che scommettere per guadagni maggiori, ma nel caso dei giocatori d’azzardo patologici, le ricerche dimostrano che questi fanno scelte peggiori rispetto agli individui non patologici in condizioni di rischio e incertezza (Ladouceur e Waler 1996, Bechara, 2003, 2005). Nella ricerca qui presentata, svolta in collaborazione tra la SIIPaC e l’Università di Trento, si è investigata l’avversione alla perdita utilizzando un rigoroso paradigma nel campo economico, in congiunzione ai risultati di tratti personali e misure riportate dagli stessi giocatori in trattamento clinico. La comparazione è avvenuta tra 20 giocatori in trattamento e altrettanti non giocatori. I giocatori patologici sono stati ulteriormente differenziati per la lunghezza del trattamento: quelli alle fasi iniziali (<6 mesi) o alle fasi successive (>18 mesi).

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Recensione del romanzo "Comprare il sole" di Sebastiano Vassalli

lotteriaEbbene sì, in questa storia avviene quello che tutti noi clinici non riusciamo mai a studiare dal vivo: quel che accade quando davvero un giocatore fa 6 al superenalotto, quando insomma la vincita è di quelle che ti cambiano la vita!

- C’era una volta, in un Paese vicino vicino, una ragazza senza sogni che all’improvviso, come per magia, diventò ricca… Sei numeri su un biglietto si trasformarono per pura fortuna in un numero solo, a otto cifre - 21.600.000 euro - e lei esclamò: «Ho vinto!».-

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NEUROBIOLOGIA DEL CONDIZIONAMENTO OPERANTE: DOPAMINA, APPRENDIMENTO E DISTURBO DA GIOCO D’AZZARDO

La neurobiologia del condizionamento operante è una parte della complessa neurobiologia del gioco d’azzardo patologico: estrapolarla ci aiuta a mettere a fuoco un momento cruciale nel percorso di apprendimento della dipendenza da gioco d’azzardo. In un fondamentale articolo apparso su Addiction nel 2002 Alex Blaszczynski e Lia Nower suddividono i giocatori d’azzardo patologici in tre tipologie, ma nella storia naturale della loro progressiva perdita di controllo sul gioco d’azzardo evidenziano che tutte e tre hanno in comune gli stessi fattori ecologici e le stesse modalità di apprendimento. I fattori ecologici sono l’aumentata disponibilità e l’aumentata accessibilità ai giochi d’azzardo. Disponibilità e accessibilità sono conseguenza delle scelte politiche e legislative di ciascun paese utili a creare e sostenere un ambiente in cui il gioco d’azzardo sia socialmente accettato, incoraggiato e promosso.

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Gioco d’Azzardo Patologico e Doppia Diagnosi: follow up in un gruppo di giocatori trattati

La ricerca sui trattamenti e sulla valutazione dell’esito nei Giocatori Patologici presenta alcuni problemi metodologici:

  • La maggior parte dei modelli eziologici per lo studio dei giocatori patologici proviene da studi sulle dipendenze da sostanze.
  • Gli studi spesso sono poco rappresentativi  del gruppo più ampio dei giocatori patologici ( ad esempio molti migliorano o guariscono da soli).
  • Vi sono poche informazioni sull’efficacia di approcci terapeutici diversi dal metodo CBT.
  • E’ stata presa scarsamente in considerazione il tema della comorbidità con altre disturbi del DSM IV nella risposta al trattamento.
  • Spesso i disegni di ricerca sui giocatori patologici sono deficitari.

(Peter. E. Nathan, Journal of Gambling Studies, vol 21, N° 1, Spring 2005)

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Presentazione del "Manuale sul gioco d’azzardo patologico. Diagnosi, Valutazione e Trattamenti."

Bellio G., Croce M., a cura di, (2014): Manuale sul gioco d’azzardo patologico. Diagnosi, Valutazione e Trattamenti. Franco Angeli, Milano.

La realtà può presentarsi in forma ordinata o disordinata, sia nel tempo che nello spazio. L’uomo ha sempre avuto difficoltà a capire il disordine e l’imprevedibilità 1 . Lo stesso atto creativo di Dio viene interpretato dalla tradizione come un porre ordine, separare una entità dall’altra, accomunare, organizzare. Sul piano evolutivo, possiamo ritenere che per i nostri antenati fosse più vantaggioso per la sopravvivenza poter rilevare le somiglianze, le sequenze, le regolarità: acqua -> animali che si abbeverano -> caccia -> cibo. Ogni essere umano tende quindi per sua natura a riconoscere forme anche laddove esse rappresentano una illusione o, più propriamente, una proiezione: su questo principio si fonda un test proiettivo come il Rorschach, e su questa tendenza prosperano i vari venditori di previsioni sulle uscite al Lotto. Di fronte alla casualità l’uomo si sente a disagio, non la comprende, la teme, ma pure ne è attirato e sfidato.

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