Recensione dello spettacolo teatrale “Se questo é un gioco”

L’ultima proposta formativa del GAT-P ci ha regalato delle emozioni forti.
Mi sono recata da Milano fin nelle valli svizzere di Biasca per vedere in scena lo spettacolo teatrale “Se questo é un gioco”, scritto e ideato dalla compagnia Comteatro di Corsico (in provincia di Milano).
Il gioco d’azzardo é stato “messo in scena” in tutte le sue sfaccettature. La pièce é riuscita a giocare in maniera pungente e intelligente sugli aspetti contrastanti del gioco d’azzardo (illusione-disperazione, avere-essere, razionalità-irrazionalità, divertimento-perdita di controllo, e così via) e ha mostrato una volta di più come, quella che inizia come una passione, un gioco, possa trascinare una persona e coloro che le stanno vicino in una situazione insostenibile.

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Orthos: Programma Residenziale di Psicoterapia Intensiva per Giocatori D’azzardo Riccardo Zerbetto - SECONDA PARTE

Alcune considerazioni preliminari
Come si è detto in premessa, la filosofia di Orthos contempla un approccio non moralistico e pregiudiziale nei confronti del gioco d'azzardo che, come sappiamo, accompagna nelle sue diverse forme, l'essere umano dai suoi primordi (Zerbetto, 2002). Compito di un programma terapeutico è quindi quello di intervenire sul ricorso a forme disfunzionali ed autodistruttive collegate al gioco d'azzardo e non sul ricorso allo stesso se all'interno di modalità socialmente compatibili.

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Pathological Gambling: A Systematic Review of Biochemical, Neuroimaging, and Neuropsychological Findings

neuro1Il presente articolo è una review degli aspetti biochimici, di neuroimaging e neurocognitivi del Gioco d’Azzardo Patologico (GAP) e si basa sulla ricerca di articoli sui database PubMed e MEDLINE negli anni 1995-2011. Forse i dati più interessanti in questi anni sono stati compiuti nel campo dell’Assessment Neuropsicologico dimostrando una stretta analogia nelle disfunzioni delle EF nel GAP con i traumatizzati cranici e con i Disturbi da Uso di Sostanze. Da questa review e da altre ricerche emerge l’importanza della messa a punto di un assessment cognitivo completo tramite una appropriata combinazione di test psicologici che possa valutare in modo soddisfacente il paziente affetto da GAP.

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Recensione a "Addiction by Design" di N. Dow Schüll

(tratta da La Scommessa, febbraio 2014). N. Dow Schüll; Addiction by design. Machine gambling in Las Vegas. Princeton NJ 2012: Princeton University Press. 12 + 442 pagine. ISBN 978-0-691-12755-2.

Natasha Dow Schüll è professore associato al MIT (Massachusetts Institute of Technology). Ha fatto un soggiorno di studio di molti anni a Las Vegas, per studiare le macchine da gioco. Ne ha una visione in parte diversa, da quella di sociologi, psicologi, economisti, psichiatri, che pure ne hanno scritto. La versione di un’antropologa. Che cosa inchioda certe persone a certe macchine, al punto da dimenticare la loro stessa vita? L’autrice interroga parecchi giocatori, ma ricerca anche nella storia delle macchine da gioco, e del business che vi sta dietro.

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Commento sul manuale di G. Serpelloni

Commento sul manuale di G. Serpelloni: Gambling - inquadramento generale, meccanismi fisiopatologici, vulnerabilità, evidenze scientifiche per la prevenzione, cura e riabilitazione

NGAPserpelloniel febbraio 2013 è stato pubblicato il manuale sul Gambling a cura di Giovanni Serpelloni del Dipartimento Politiche Antidroga; Il manuale sembra chiarire da subito l'intento di trattare il Gioco d'Azzardo Patologico (GAP) come una malattia e non come vizio o devianza. Nella introduzione infatti viene più volte ribadito come il GAP sia una malattia neuropsicobiologica del cervello, e quindi, una dipendenza patologica tout court o, meglio, una addiction.

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Dissociazione e GAP, sintomi neurologicamente correlati o differenziati

Per capire i meccanismi del gioco d'azzardo patologico bisogna prima capire la motivazione principale per cui noi eseguiamo gran parte dei nostri comportamenti, ovverosia il piacere.
Il piacere è un elemento fondamentale nel comportamento dei mammiferi poiché incita all'azione e costituisce la motivazione finale del comportamento, se viene a mancare compromette il comportamento motivazionale e quindi contribuisce all'efficienza.

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SAN CONO PROTETTORE DEI GIOCATORI ?

225px-San ConoHo conosciuto questa curiosa storia dagli amici dell’osservatorio internazionale sul gioco dell’università di Salerno , Ornella De Rosa e Donato Verrastro, allievi e continuatori dell’ opera di Giuseppe Imbucci, uno dei più grandi studiosi della relazione uomo-gioco-cultura. Una relazione vitale per ogni essere umano che Imbucci insieme, e direi al pari di Huitzinga e Caillois, ha esplorato nelle dimensioni storiche ed antropologiche.

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Gioco d’azzardo responsabile: diamo i numeri

avanziEditoriale di ALEA Bulletin 2016-2

L'Italia è uno dei più importanti produttori di alcolici del mondo ed anche, da qualche anno, uno dei più importanti consumatori di gioco d'azzardo. Alcool e gioco d'azzardo sono legali, ma possono dare dipendenza, e possono essere dannosi molto prima di dare dipendenza. L'accesso al loro consumo è vietato ai minori di 18 anni e accompagnato da avvertenze sulla pericolosità dell'uso. L'eccesso di alcol alla guida è sanzionato dal Codice della Strada, il consumo di tabacco è proibito negli spazi pubblici e sul gioco d'azzardo il messaggio è invece "devi limitarti da solo".
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dato indicazioni quantitative precise perché il danno dato dal consumo di alcolici sia basso e accettabile: i limiti sono basati su caratteristiche individuali e di genere, che corrispondono a 40g di alcool o 2-3 UA (Unità Alcoliche) al giorno per l'uomo e 20g di alcool o 1-2 UA al giorno per la donna, mentre gli over 65 anni si devono limitare ad 1UA al dì.

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Gambling On The Brain: How Can Neuroscience Add To Our Understanding Of Gambling Behaviour ?

Intervento di Mauro Croce nella tavola rotonda plenaria di apertura Intervento di Mauro Croce nella tavola rotonda plenaria di apertura Gambling On The Brain: How Can Neuroscience Add To Our Understanding Of Gambling Behavior ?

Luke Clark, University Of Cambridge.
Discussant J. Besson CHUV, J.E. Grant, University of Chicago; J.P. Couteron, Federation Addiction, Mauro Croce
Traduzione dal francese di Fulvia Prever

Se l’attenzione nei confronti delle neuroscienze è crescente, ed i risultati incoraggianti, tuttavia non possiamo non osservare come la comunità scientifica e gli operatori appaiano, se mi si concede questa estremizzazione e semplificazione, divisi tra quelli che possiamo definire come neurofobici e quelli che possiamo definire neuromaniaci. Tra chi vede nelle conquiste delle neuroscienze una minaccia, e chi ne vede invece una promessa ed una risposta a molti problemi di cui a fatica cerchiamo una soluzione.

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