Loterie Romande-musée Suisse du Jeu

Tratto dalla mostra "Createurs de Chances" , maggio-novembre 2012, a La Tour-de-Peilz, sulle grandi Lotterie europee.

Il Museo ospita,  nella splendida location del castello sul lago, l'esposizione permanente di fantastici giochi provenienti da tutto il mondo e una sezione dedicata stabilmente al gioco d'azzardo (vista anche la contiguità col casinò di Montreaux!)

Intrigante e istruttivo.

Recensione di “To play or not to play: A personal dilemma in pathological gambling”

Normalmente si tende ad avere una preferenza a evitare le perdite piuttosto che scommettere per guadagni maggiori, ma nel caso dei giocatori d’azzardo patologici, le ricerche dimostrano che questi fanno scelte peggiori rispetto agli individui non patologici in condizioni di rischio e incertezza (Ladouceur e Waler 1996, Bechara, 2003, 2005). Nella ricerca qui presentata, svolta in collaborazione tra la SIIPaC e l’Università di Trento, si è investigata l’avversione alla perdita utilizzando un rigoroso paradigma nel campo economico, in congiunzione ai risultati di tratti personali e misure riportate dagli stessi giocatori in trattamento clinico. La comparazione è avvenuta tra 20 giocatori in trattamento e altrettanti non giocatori. I giocatori patologici sono stati ulteriormente differenziati per la lunghezza del trattamento: quelli alle fasi iniziali (<6 mesi) o alle fasi successive (>18 mesi).

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Orthos: Programma Residenziale di Psicoterapia Intensiva per Giocatori D’azzardo Riccardo Zerbetto - SECONDA PARTE

Alcune considerazioni preliminari
Come si è detto in premessa, la filosofia di Orthos contempla un approccio non moralistico e pregiudiziale nei confronti del gioco d'azzardo che, come sappiamo, accompagna nelle sue diverse forme, l'essere umano dai suoi primordi (Zerbetto, 2002). Compito di un programma terapeutico è quindi quello di intervenire sul ricorso a forme disfunzionali ed autodistruttive collegate al gioco d'azzardo e non sul ricorso allo stesso se all'interno di modalità socialmente compatibili.

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Commento a: Imbalance in the sensitivity to different types of rewards in pathological gambling.

Commento a: Imbalance in the sensitivity to different types of rewards in pathological gambling. Sescousse G, Barbalat G, Domenech P, Dreher JC. Brain 2013
di Cesare Guerreschi

Gli studi di neuro-immagine hanno, nel corso degli anni, offerto molte importanti intuizioni sul funzionamento dei substrati neurali nelle dipendenze patologiche. In questo studio gli autori hanno sottoposto i loro soggetti sperimentali, diciotto giocatori patologici e venti soggetti di controllo, ad un esperimento in risonanza magnetica funzionale mentre sostenevano un semplice compito di discriminazione visiva a cui seguiva una ricompensa visiva.
In caso di risposta corretta, data nel tempo limite, il soggetto poteva vedere un’immagine erotica oppure l’immagine di una cassaforte con il simbolo del dollaro. Prima del compito compariva un’immagine-indizio che anticipava il tipo di rinforzo previsto.

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Valutazione di esito di un gruppo di giocatori d’azzardo patologici, malgrado le cure

“… la semplice idea che la malattia di cui soffriva Nataŝa non poteva esser loro nota, come non può esser nota nessuna delle malattie da cui è colpito ogni uomo vivo; ogni uomo vivo infatti ha le sue peculiarità e ha sempre una malattia speciale e sua propria, nuova, complicata sconosciuta alla medicina.” (L. Tolstoj, Guerra e pace, Libro terzo, cap. XVI)

Occuparsi della terapia di un disturbo porta necessariamente a focalizzare lo sguardo sul particolare, sul caso singolo: l’atteggiamento che ci guida è quello di definire la giusta alchimia terapeutica per la persona sofferente che si rivolge a noi. Parallelamente, l’atteggiamento scientifico, cui la medicina e la psicologia dovrebbero tendere, ci obbliga a sollevare lo sguardo e analizzare gli effetti del nostro operato in modo da valutarne l’appropriatezza, come suggerisce Skinner: “Certamente la scienza è più che un insieme di atteggiamenti, è anche la ricerca di un ordine, di certe uniformità, di relazioni tra gli eventi della natura, basate su leggi costanti. Essa ha inizio, come tutti noi sempre iniziamo, con l’osservazione di episodi singoli, ma passa poi rapidamente alla regola generale, alla legge scientifica” (Skinner, 1953).

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Il Gambling Patologico nel nuovo DSM-5

dsm5Alla fine del maggio scorso il nuovo DSM-5 è giunto finalmente al traguardo della pubblicazione. La quinta edizione del Manuale Diagnostico Statistico dell'Associazione Psichiatrica Americana (APA) rappresenta il punto d'arrivo di un processo durato oltre un decennio, puntellato dallo svolgersi di molte ricerche sul campo al fine di validare i criteri e l'organizzazione nosografica. Il lavoro che ha portato alla pubblicazione del DSM-5 è stato trasparente: l'APA aveva aperto un sito Internet (www.dsm5.org) all'interno del quale venivano resi disponibili le proposte di modifica del manuale precedente, materiali, e discussioni. Gli operatori di tutto il mondo erano stati invitati a presentare liberamente osservazioni e raccomandazioni.

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Un cappello pieno di spine

SEZIONE SPECIALE: Un’analisi operante nell’insorgenza del disturbo da gioco d’azzardo Relazioni tratte dal seminario del 13/6/2014 – presso la sede della Caritas Ambrosiana a Milano.

ALEA e AND-Azzardo e Nuove Dipendenze nel mese di giugno hanno chiamato a raccolta 81 operatori professionali in un interessante seminario di studi. In questa sezione speciale, si trovano molti dei contribuiti presentati dagli oratori invitati. Tema del seminario è un aspetto poco approfondito del gioco d’azzardo: il condizionamento operante, già messo in relazione con il gioco d’azzardo nel secolo scorso da Frederic Bhurrus Skinner, lo psicologo che lo ha teorizzato. Abbiamo analizzato il ruolo del condizionamento operante da tanti punti di vista: da quello della psicologia, dell’antropologia, della sociologia, della neurobiologia, della cibernetica, e della psichiatria. L’argomento trattato nel seminario è originale perché ribalta le responsabilità rispetto alla patologia dell’azzardo.

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Giocare con le parole, azzardare con la cura

paroleLe parole sono importanti. E' anche attraverso di esse che il mondo acquista senso. E questo senso può cambiare anche a seconda di termini che usiamo per descriverlo. Manipolare la semantica dunque può dare luogo alla modificazione della realtà percepita e la storia delle parole usate nel nostro paese negli anni scorsi per descrivere il gioco d'azzardo, e persino il gioco d'azzardo patologico, riservano sorprese interessanti.

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recensione di GIOCO d'AZZARDO - giovani e famiglie (di Mauro Croce & Francesca Rascazzo)

Come dice Don Ciotti, avere dei buoni riferimenti adulti è l'unica speranza per le giovani generazioni in difficoltà...qualcuno di solido, affidabile, capace appunto di mettersi in gioco con loro e per loro.
E chi meglio di Mauro Croce per riflettere di giovani e di prevenzione?
Questo rimanda necessariamente anche all'ambito familiare: sappiamo cosa succede in una famiglia quando esplode un problema di dipendenza che riguarda i propri figli: incredulità, smarrimento, senso di colpa, impotenza.

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