Alea Bulletin

Bollettino di informazione specialistica in materia di azzardo. La redazione di Alea Bulletin, con periodicità variabile, raccoglie riflessioni, approfondimenti, recensioni, al fine di alimentare il dibattito scientifico e di offrire alla comunità degli operatori che lavorano nel settore informazioni corrette ed aggiornate.

ALEA Bulletin

2013

n° 3

Giocare con le parole, azzardare con la cura

paroleLe parole sono importanti. E' anche attraverso di esse che il mondo acquista senso. E questo senso può cambiare anche a seconda di termini che usiamo per descriverlo. Manipolare la semantica dunque può dare luogo alla modificazione della realtà percepita e la storia delle parole usate nel nostro paese negli anni scorsi per descrivere il gioco d'azzardo, e persino il gioco d'azzardo patologico, riservano sorprese interessanti.

In tutto il mondo dal 1980 in poi il gioco d'azzardo patologico (GAP) è considerato incontestabilmente un problema di salute e trattato di conseguenza. Niente da nascondere, nessuno da incolpare. Persone che si ammalano, servizi che curano. Non così da noi.
A partire dalla inesistenza nella nostra lingua dell'analogo "gambling" degli anglofoni, in italiano la decadenza del suffisso "d'azzardo" lascia orfano il suo gemello "gioco". Così, l'azzardo è stato lessicalmente travestito da innocua attività e passatempo, quelli che favoriscono un armonioso sviluppo della personalità, quelli che ci accompagnano sin da bambini, e che – da adulti – mutano nella forma ma non nella sostanza. Non più bambole o palla. Ma slot-machine e gratta e vinci. Buoni, positivi.
Come fare in un simile contesto a collocare le manifestazioni di gioco d'azzardo patologico quando appaiono? Che spiegazioni dare?
Possiamo osservare almeno tre fasi. La prima, è durata a lungo, a partire dal 2003 almeno fino al 2011: il gioco d'azzardo patologico NON ha potuto esistere. Già, perché il "gioco legale, gioco sicuro" non ammetteva deroghe. In precedenza al 2002, il gioco patologico era collegato al gioco illegale cui si era affermato di avere posto rimedio mediante la riorganizzazione del mercato del gioco lecito in Italia. Così, in questa decina d'anni, coloro che hanno sollevato la questione che il gioco d'azzardo patologico esisteva eccome, se politici sono stati accusati di voler fare campagna elettorale parlando di gioco patologico, se specialisti della salute o volontari sono stati accusati di volerci guadagnare vendendo cure inutili, o tutt'al più sono stati trattati come visionari. L'origine di queste significazioni, il gatto e la volpe: concessionari e Monopoli di Stato.
Quando il problema della patologia da gioco d'azzardo ha assunto proporzioni così rilevanti da non poter più essere nascosto come la polvere sotto il tappeto ecco l'ingresso nella seconda fase (2011): caso mai, esiste la "Ludopatia". Questo termine non suscita scandalo di per se. In altri lemmi ha una tradizione ed un senso, anche storico. Corrisponde ad esempio al tedesco Spielsucht ("malattia del gioco"). Ma nella nostra tradizione di occultamento di un problema di salute individuale e pubblica l'uso di questa specifica parola è tutt'altro che indifferente. Diviene manifestazione di attenuata assunzione di responsabilità riguardo i danni derivanti dall'azzardo di Stato, dal gioco legale - gioco sicuro, responsabilità che vengono addossate al cittadino giocatore d'azzardo patologico piuttosto che al decisore politico scellerato. L'azzardopatia, fondata su una promossa ed intenzionalmente governata illudopatia, è invece assai più simile ad una lu(ri)dopatia: quanto i fatturati stratosferici dell'azzardo di Stato sono infatti alimentati dalla spesa dei giocatori patologici?

Nel 2012 Balduzzi la inseriricevitorialottosce nei LEA, ma non prevede copertura finanziaria. Forse perché anche lui fa un pasticcio con le parole? Testualmente nel DL 158/12 (convertito in legge 189/2012) si legge: "si provveda ad aggiornare i livelli essenziali di assistenza con riferimento alle prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette da ludopatia, intesa come patologia che caratterizza i soggetti affetti da sindrome da gioco con vincita in denaro, così come definita dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (G.A.P.)". Nasce in tal modo almeno una specie di classificazione ufficiale di questa patologia nel nostro Paese. Ma è con l'avvento della terza fase nel 2013 che si sfiora l'assurdo. Sono gruppi di professionisti che tradendo il giuramento di Ippocrate si adoperano per mitigare il peso di una patologia invasiva, recidivante, che comporta severe conseguenze per chi gioca e chi gli sta intorno. Il messaggio che trapela può essere sintetizzato così: "Si, vabbé, il gioco d'azzardo patologico ... esiste. Però ... non esageriamo!".
Si annulla buona parte della letteratura scientifica internazionale suggerendo la necessità di fornire agli operatori punti di riferimento per innovare su basi scientifiche interpretative il fenomeno del gambling. Come se vi fosse la necessità di innovare ed interpretare un fenomeno (il Disturbo da Gioco d'Azzardo, in inglese Gambling Disorder) che anche il nuovo DSM-5 continua a contemplare inserendolo nei Disturbi Correlati alle Sostanze e Dipendenze (Substance Related and Addictive Disorders). In precedenza comunque, già dal 1980, era incluso nei disturbi del controllo degli impulsi n.a.s. E mentre la comunità scientifica internazionale si muove verso una sempre più precisa connotazione di questa patologia, in Italia striscia un rischioso messaggio proveniente da fette di comunità di operatori che ci dicono: «Tra l'idea che ogni eccesso sia una potenziale malattia e la fantasia che tutto si possa e si debba curare, la diffusione del gioco d'azzardo mette in crisi il paradigma interpretativo delle dipendenze» cioè ... «C'è una linea di confine tra problema e patologia».
Sin qui non c'è da scoprire l'acqua calda: è lo stesso nuovo DSM-5 che declina la gravità del disturbo da gioco d'azzardo differenziandolo in lieve (4 o 5 criteri), moderato (6 o 7 cri- teri) o grave (8 o 9 criteri). Si innesta tuttavia un'altra considerazione, tutt'altro che priva di possibili conseguenze: «Servono evidenze meno inquinate emotivamente e sufficientemente robuste, per facilitare l'approccio professionale al problema ed orientare efficacemente le policy nazionali ed europee».
Che significa affermare questo in relazione ad una patologia così ben delineata? Quali le conseguenze di insinuare il dubbio che vi possano essere posizioni inquinate emotivamente in grado di attenuare le capacità di presa in carico dei pazienti da parte degli operatori?
I giocatori patologici sono stati esposti all'azzardo a bassa soglia ed hanno appreso un comportamento per via di un condizionamento operante di skinneriana memoria, si sono ammalati e necessitano di cure gratuite e professionalmente qualificate. Che c'è da interpretare? Che c'entrano le «posizioni emotive»? Qui c'è solo la sofferenza dei giocatori d'azzardo, ormai condizionati nel comportamento grazie ad una operazione legalizzata di apprendimento dell'azzardo di Stato e di induzione alla dipendenza da azzardo, e c'è la sofferenza dei loro familiari che gli operatori debbono prendere in carico.
Senza più giri di parole.

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    Graziano Bellio

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    Beatrice De Luca

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    Claudio Dalpiaz

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    Silvia Cabrini

    Silvia Cabrini

  • F.A.Q.

    CHE COS'È QUESTA ROBA ?

    Caro lettore, ha davanti a te Alea Bulletin, una pubblicazione elettronica curata da ALEA in tema di gioco d’azzardo e gioco d’azzardo patologico.

    E CHI È ALEA ?

    Alea è l’associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio, la prima società scientifica italiana che si è impegnata nel campo dell’azzardo. Alea riunisce i maggiori studiosi italiani della materia e ha la missione di studiare il fenomeno del gioco d’azzardo e le sue ricadute personali, familiari, sociali, prima fra tutte lo sviluppo della patologia di dipendenza correlata (disturbo da gioco d’azzardo)

    NON SENTIVO IL BISOGNO DI UN’ALTRA MAIL INUTILE NELLA MIA CASELLA DI POSTA ELETTRONICA.

    Hai tutta la nostra solidarietà: la mail inutili (spam) producono un danno significativo a chi lavora. Alea Bulletin verrà proposto a cadenza dilazionata, 3-4 volte l’anno ed è pronto a cancellarti dalla lista di invio se non ne vuoi più sapere. Le istruzioni per cancellarti sono in coda al Bulletin. Inoltre la mail non contiene la pubblicazione in allegato, ma solamente il link per poter scaricare i contenuti dal sito: ciò rende leggero il messaggio di posta e non appesantisce la tua casella. Abbiamo creato una mailing list iniziale con indirizzi di persone che supponevamo interessate. Se ci siamo sbagliati, ci scusiamo.

    VA BENE, PERÒ PRIMA VOGLIO CAPIRE: COSA C’È DENTRO ‘STO ALEA BULLETIN?

    Alea Bulletin è un prodotto unico nel campo italiano: propone brevi articoli sul tema dell’azzardo, organizzati in rubriche a cadenza variabile: ciò significa che non è previsto che ogni numero ospiti tutte le rubriche. Abbiamo pensato di organizzare gli articoli del Bulletin in: editoriali sintesi e commenti di un articolo significativo dal panorama internazionale sintesi e commento di un articolo significativo dal panorama italiano lavori o report originali su una propria esperienza o ricerca sunti di articolo, relazione o presentazione a convegno da parte dell’autore commenti, opinioni, valutazioni di normative, fatti, dichiarazioni, ed altro, in tema di azzardo recensioni di un manuale, un testo scientifico, un libro di narrativa, un film o altra opera artistica in tema di azzardo ‘fuori sacco’: contributi non organizzabili all’interno delle rubriche precedenti. Altre rubriche potranno essere inserite in futuro. Considera che al momento la pubblicazione, a causa della sua periodicità, non è adatta a commentare l’attualità o a fungere da notiziario con tempestività.

    MMHM... POTREBBE INTERESSARMI DARCI UNA OCCHIATA: TROVERÒ QUINDI GLI ABSTRACT DI ARTICOLI SCIENTIFICI?

    Troverai di più: alcuni articoli significativi verranno riassunti e commentati. Se gli articoli sono reperibili gratuitamente su Internet, ti daremo le coordinate per trovarli. Gli abstract invece li puoi trovare facilmente su Internet. Il ‘copia e incolla’ ci annoia: ci piace di più condividere un nostro pensiero, una nostra valutazione, qualcosa che ha stuzzicato il nostro interesse.

    CHI SCRIVE GLI ARTICOLI?

    Alea Bulletin è primariamente la voce di Alea e dei suoi soci. Potrebbero comparire anche articoli di altre persone non associate che ci sono vicine e che invitiamo a collaborare. Ma se tu hai qualcosa da dire, avanza la tua proposta: i riferimenti sono nelle note in coda al Bulletin.

    VEDO CHE C’È UN COMITATO DI REDAZIONE. FARETE UNA SELEZIONE DEGLI ARTICOLI?

    La qualità è il nostro obiettivo fondamentale perché Alea Bulletin è il nostro biglietto da visita. È importante che gli articoli rispettino i nostri parametri editoriali, ma non abbiamo interesse a selezionare e a escludere a priori. Il comitato è lì per consigliare gli opportuni aggiustamenti ai testi. Comunque ci aspettiamo di ricevere articoli interessanti e contributi originali.

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    UN’ULTIMA COSA: HO LETTO IL BULLETIN, MA NON HO TROVATO NULLA SULLA LUDOPATIA.

    Né mai troverai nulla: questo termine è un neologismo creato da chi guadagna sull’azzardo e quindi fatto rimbalzare ad arte sui mass media e, ahimè, nei documenti governativi. Ludopatia è un termine che non esiste né nei testi scientifici, né nei dizionari di italiano (anche se c’è da scommetterci che presto verrà inserito). Se proprio ci tieni a leggere cose sulla ludopatia, esistono altre pubblicazioni.


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