Recensione a “Sono il fallimento più riuscito della mia vita.Uscire ridendo dal gioGo d’azzardo”
“Sono il fallimento più riuscito della mia vita.Uscire ridendo dal gioGo d’azzardo” di Rolando De Luca
Chiunque conosca anche superficialmente il Dott. Rolando De Luca avrà sicuramente notato la sua tendenza alla ricerca lato “faceto” do ogni situazione.
Questa peculiarità si esprime massimamente nel suo ultimo libro “Sono il fallimento più riuscito della mia vita. Uscire ridendo dal gioGo d’azzardo”, che riporta oltre duecento tra battute umoristiche, lapsus, errori grammaticali e motti di spirito emersi nell’arco di 10 anni di sedute di gruppo presso il Centro di terapia di Campoformido. L’idea iniziale è partita dal terapeuta, che ha iniziato ad annotare minuziosamente questo materiale spontaneo, per poi comunicare il suo eccentrico progetto ai gruppi, rendendolo così un lavoro collettivo e condiviso.
Alla gente è piaciuto, come al terapeuta, acuire la propria attenzione per cogliere il lato umoristico nascosto tra le storie drammatiche elaborate in terapia, e questo è un messaggio ottimista sulla natura umana che chi lavora nelle relazioni d’aiuto ha l’obbligo di rendere manifesto. Così è stato! L’attenzione del terapeuta e del gruppo si è divisa seduta dopo seduta tra dolore e spensieratezza, e quello che è iniziato come un intrattenimento divertente è divenuto un vero e proprio esperimento terapeutico. Abbiamo bisogno di sorridere, anche e soprattutto nella drammaticità; Freud stesso parlava dell’umorismo come di un sano, sublime meccanismo di difesa e la terapia non può prescindere da questo aspetto della natura umana. Permettere l’espressione e l’integrazione della polarità affettiva dell’individuo espressa nel suo volto serio e faceto è un obiettivo terapeutico necessario in un contesto in cui il dolore tenderebbe a sopprimere il naturale bisogno di leggerezza. Il beneficio dell’umorismo coltivato in terapia ha poi la meravigliosa caratteristica di estendersi al di fuori del contesto di gruppo, e di costituire nel tempo uno strumento relazionale e comunicativo potentissimo applicabile alla vita quotidiana e molto efficace nella gestione dello stress. In terapia di gruppo, la risata spontanea scioglie le tensioni dei partecipanti e dà speranza, come un fiore che cresce nel cemento; allo stesso modo, aver visto quel fiore in terapia permette di ricercarlo fuori e di decifrare sempre la relatività della sofferenza, togliendole potere.
Ne risulta infine sdrammatizzata anche la figura del terapeuta, che non per questo perde la sua autorità, ma molto abilmente si permette, permettendo agli altri, di trovare il “lato divertente” della tristezza. Questo tipo di scelta non convenzionale implica un grande coraggio da parte del terapeuta, e la capacità di mettersi in discussione e di “azzardarsi” ad entrare nelle vite delle persone attraverso uno strumento delicatissimo e spesso apparentemente irriverente. Chi leggerà questo libro si renderà conto che tutti questi ingredienti sono stati sapientemente mescolati nel creare un testo leggero e di facile lettura, che in nessun momento manca di rispetto alla sofferenza di chi vive il problema dell’azzardo, ma che permette al lettore di cogliere, così come lo hanno colto i protagonisti, il sorriso tra le lacrime.