Solidarietà a Maurizio Fiasco

Venerdì 12 aprile 2013, Rai Uno, Unomattina, Storie Vere.

Massimo Passamonti, presidente di Sistema Gioco Italia, la sezione di Confindustria che rappresenta gli imprenditori del gioco d'azzardo, dà al sociologo Maurizio Fiasco del mentitore perché quest'ultimo si è permesso di affermare che anche nel 2012 si è continuato a giocare di più dell'anno precedente, a dispetto della crisi economica ingravescente e di una effettiva riduzione degli introiti netti dall'azzardo per la filiera e lo Stato. Ne è seguita poi la solita diatriba sulla vera interpretazione dei (pochi) dati a disposizione. Vediamo di riassumere alcuni fatti a chiarimento della situazione.

Quanti sono i giocatori patologici?

Il dr. Passamonti nel corso della trasmissione cita la cifra dell'1%, riferendolo ai giocatori attivi (circa 30 milioni), e corrispondente a 300.000 persone. Contesta cifre superiori e afferma che i giocatori patologici in carico ai SerD sono molti, ma molti di meno, citando (malamente) anche il capo del dipartimento delle politiche antidroga, il collega Giovanni Serpelloni.

Il dr. Passamonti dovrebbe scegliere meglio i suoi consiglieri e leggere più accuratamente le pubblicazioni scientifiche: l'epidemiologia riferisce il dato alla popolazione generale e non ai soli giocatori. Una recente pubblicazione del Dipartimento delle Politiche Antidroga, tanto per citare anche noi Giovanni Serpelloni, stima i giocatori patologici tra lo 0.5 e il 2.2% della popolazione generale, ovvero tra i 300 mila e 1.3 milioni di giocatori patologici.

Ci sono dati più precisi?

Il CNR aveva rilevato nel 2008 che lo 0.8% della popolazione generale era diagnosticabile come giocatore patologico. Il dato (attuale e non lifetime) appare inferiore rispetto ai dati di altri paesi europei ed extraeuropei dove si gioca molto meno che da noi. E' verosimile che il dato sia sufficientemente corretto, forse pure in ulteriore espansione. Purtroppo lo Stato si è rifiutato di misurare l'impatto dell'introduzione del gioco d'azzardo sulla popolazione nelle sue diverse articolazioni sociali e sanitarie. Tale mancanza, del tutto colpevole e volontaria, persiste a tutt'oggi.

Perché nei servizi dipendenze i giocatori in cura sono meno del previsto?

Semplice, perché non esiste un sistema pubblico di cura, e i servizi che si sono attivati lo hanno fatto di loro iniziativa, raschiando il barile delle risorse per offrire quanto potevano alle famiglie in difficoltà. Lo Stato, con il recente decreto Balduzzi, ribadisce il concetto che per la cura dei giocatori patologici non verranno messe a disposizione risorse in più. Grazie! A introiti erariali di circa 8 miliardi annui non corrisponde un cent per la riparazione del danno arrecato.

La letteratura internazionale afferma che, anche laddove esiste un sistema di cura, ai servizi si rivolge non più del 10% di coloro che hanno effettivamente il problema. I dati dei giocatori in trattamento non sono pertanto rappresentativi del problema nella popolazione generale.

Nel 2012 si è giocato di più o di meno rispetto all'anno precedente?

Nel corso dello scorso anno c'è stato un ulteriore incremento del giro d'affari, a fronte di una sensibile diminuzione degli introiti del banco (filiera e Stato). Un paradosso? No, semplicemente è avvenuto uno spostamento tra settori differenti dell'azzardo, in particolare verso il gioco online che è a redditività estremamente bassa per il banco. Il giro d'affari complessivo è, in assenza di altri indicatori, il dato più vicino all'effettivo volume di gioco messo in moto dai cittadini italiani.

Perché non sono a disposizione altri indicatori (n. di biglietti venduti, n. scommesse, n. partite, eccetera)?

Perché l'industria e i monopoli di stato (l'Ente che eroga e regolamenta le concessioni a nome dello Stato) non divulgano tutti i dati a loro disposizione, anzi i monopoli non si sono ancora degnati nemmeno di pubblicare le cifre ufficiali complessive dell'anno 2012. Non esiste trasparenza, né rispetto per i cittadini. I monopoli di Stato hanno finora mostrato pochissimi dati aggregati, poche tabelle per lo più prive di commenti e comparazioni, raggruppando i diversi giochi in alcune sezioni grossolane che rendono impossibile dedurre quanto si gioca nelle singole tipologie di azzardo.

Viene fornito unicamente il dato economico, mentre non sono note le cifre riguardanti la quantità di partite giocate, il numero di biglietti venduti, l'ammontare delle vincite non riscosse, eccetera.

E' vero che il denaro che va a costituire il monte premi è comunque molto cospicuo?

Lo è, ma il monte premi ha la funzione primaria di incentivare il gioco, non di premiare i vincitori, esattamente come ha affermato Maurizio Fiasco.

E' illuminante dare un'occhiata alla ripartizione del monte premi del Gratta e Vinci (i regolamenti sono pubblicati sul sito dei monopoli).

Prendiamo ad esempio il concorso 'pazzi per lo shopping' di recentissima introduzione:

42 milioni di biglietti da 3 euro, incasso totale 126 milioni, di cui 87 milioni di monte premi. Di questi solamente 11.700.000 sono erogati con premi al di sopra dei 1000 euro.

I biglietti 'vincenti' sono 14 milioni, quelli che vincono più di mille euro sono 50 (cinquanta!!!).

La resa per il banco è del 31%.

Ben 6 milioni e mezzo di biglietti dichiarati vincenti fanno vincere la favolosa cifra di 3 euro, esattamente quello che si spende per acquistarne uno. Perché mai erogare una 'vincita' così strepitosa? Ovvio, perché chi paga 3 euro per acquistare un biglietto, vedendoseli restituire, ne comprerà immediatamente un altro.

Il disprezzo della cosiddetta industria dell'azzardo verso il tessuto sociale e la sofferenza che l'azzardo provoca sembra essere ben rappresentato dal dr. Passamonti.

A Maurizio Fiasco tutta la solidarietà dell'associazione Alea.