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Commento critico al decreto istitutivo dell’Osservatorio sui rischi del gioco, aprile 2013.

Il 22 aprile 2013 è stata convocata la prima riunione dell’Osservatorio istituito presso l’AAMS ai sensi dall’art. 7, comma 10, del D.L. 13.09.12, n. 158, convertito in legge l’8.11.2012, n. 189 (cosiddetto DDL Balduzzi). Presenti gli “esperti” individuati dai Ministeri della Salute, dell'Istruzione, dello Sviluppo Economico e dell'Economia e Finanze, “inclusi esponenti di associazioni rappresentative delle famiglie e dei giovani”, nonché rappresentanti dei Comuni.

Già al momento dell’uscita della norma, ALEA aveva manifestato alcune perplessità, di seguito riassunte.

 

In particolare erano tre i punti critici rilevati.

Il primo riguardava la stessa lodevole finalità dell’Osservatorio, che dovrebbe essere quella di valutare le misure più efficaci per contrastare la ‘diffusione del gioco d’azzardo’ e del fenomeno della dipendenza ‘grave’. Tale formulazione della norma ha del comico in quanto da un lato fa riferimento al gioco d’azzardo tout court (veramente il legislatore intende promuovere una limitazione del gioco d’azzardo?) e dall’altro parla di “dipendenza grave” (da quando esiste una distinzione tra dipendenza ‘grave’ e dipendenza ‘leggera’?). Questa formulazione grossolana e di scarsa qualità scientifica la dice lunga sull’ascolto che il legislatore e, più in generale, la macchina amministrativa statale, ha porto agli esperti della materia dal punto di vista scientifico.

Il secondo punto, in ossequio a quella che potremmo definire “la nuova moralità politica”, la partecipazione ai lavori dell’osservatorio sarà a completo titolo gratuito non essendo previsto nemmeno il rimborso delle spese di trasferta. La gratuità della partecipazione ai lavori dell’osservatorio avrebbe potuto comportare una oggettiva difficoltà alla partecipazione di rappresentanti di associazioni locali o che comunque possono contare su budget assai limitati, a tutto vantaggio di funzionari e rappresentanti di poteri forti. Problema risolto a monte, dato che nessuna realtà che, sebbene piccola e volontaristica, storicamente si è occupata di azzardo è stata sino ora invitata a partecipare.

Il terzo punto si collega al precedente. La diffusione dell’azzardo ha aperto la strada a problematiche sociali e sociosanitarie tali da richiedere attento studio, monitoraggio dei fenomeni e ricerche epidemiologiche in grado di guidare le decisioni politiche in materia di giochi. Appariva quindi necessario individuare strutture, persone e risorse che fossero in grado di garantire un metodo di ricerca e validazione scientifica indipendente. Ma il DDL Balduzzi non definiva purtroppo, neppure in termini generali, i criteri per individuare i componenti dell’osservatorio. Questo atto mancato rischia non solo di vanificare, ma anche di costituire un pericolo concreto per la neutralità di quanto si andrà ad osservare. Infatti, se da un lato l’apertura di un osservatorio a livello centrale è senz’altro un atto positivo, ci pone ampie perplessità nel momento in cui esso viene ad operare nell’ambito dell’AAMS, ovvero di chi ha il compito primario di acquisire proventi fiscali dall’azzardo e che non ha finora dimostrato particolare attenzione alle istanze delle forze sociali e delle società scientifiche. Mano libera dunque nella scelta degli “esperti” che espleteranno questo ruolo cruciale.

Eccoli allora, i “saggi” che sono stati sin qui identificati e resi noti:

MINISTERO ECONOMIA E FINANZE – Giovanni Serpelloni, Capo Dipartimento Politiche Antidroga Presidenza del Consiglio dei Ministri. Non poteva mancare chi si occupa di dipendenze in un simile osservatorio. Un po’ solo soletto però, non vi pare? E sebbene di carattere istituzionale, la referenza al Ministero Economia e Finanze appare meno dignitosa di una appartenenza ad altro ministero. Salute? Welfare? Interni? Questa specifica attribuzione forse non è dunque del tutto casuale.

MINISTERO DELLA SALUTE – Giuseppe Ruocco, DG Prevenzione (il cui supplente è Pietro Canuzzi), e Rossana Ugenti, DG Sistema informativo e statistico sanitario (la cui supplente è Lidia Di Minco). Nulla da segnalare.

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO – Vincenzo Maria Di Maro – Dipartimento per l’Impresa e l’Internazionalizzazione (la cui supplente è Antonia Martelli). Di Maro si occupa di politiche e normative per i consumatori, proponendo ed elaborando la normativa in materia di tutela del consumatore, anche recependo direttive comunitarie, svolgendo attività connesse all'attuazione del Codice del Consumo, si occupa di problematiche generali inerenti agli interessi economici e ai diritti dei consumatori e connessi rapporti con Regioni, Enti locali, e Camere di Commercio ed altre Amministrazioni centrali, tiene l'elenco delle associazioni dei consumatori e degli utenti e gestione dei relativi procedimenti. La Martelli fa parte della divisione XII - Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti (CNCU) con compiti relativi. Focus sul consumo e sul consumatore, quindi. Appropriato.

ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani – Stefano Campioni, Resp. Dipartimento Attività Produttive, e Lamberto Baccini, Resp. Dipartimento Servizi Sociali. L’ANCI parrebbe equilibrare le due facce della medaglia azzardo sull’ente locale: impresa e danni sociali.

MINISTERO ISTRUZIONE, UNIVERSITA’ E RICERCA – Giovanna Boda, DG Direzione per lo Studente e Alessandro Vienna, Uff. IV DG Studente. La dr.ssa Boda è psicologa, da anni in seno alla Direzione Generale per lo Studente, e di certo ha potuto avere il polso degli accadimenti relativi alle azioni preventive (e anche non preventive) occorse negli anni passati nelle scuole d’Italia relativamente al gioco d’azzardo. Solo il suo futuro incedere ci consentirà di collocare le sue azioni tra le risorse o i problemi del neonato osservatorio. Ma il prof. Vienna, che ci pare essere biologo, pur occupandosi di scuola e alimentazione, quali competenze può vantare nel trattamento dell’azzardo?

I restanti “esperti”, quelli da nominarsi ai sensi dell’art.2 del decreto istitutivo dell’osservatorio, sono esponenti di associazioni rappresentative delle famiglie e dei giovani all’esito dell’istruttoria condotta dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Al momento, i loro nomi non sono stati resi noti. Ma dove sono le associazioni che si sono occupate di azzardo, studiando il fenomeno e accogliendo le inascoltate richieste di aiuto nei passati 15 anni?

Una ulteriore domanda: stante che questo osservatorio tutto ha meno che essere di taglio prettamente socio-sanitario, cosa dire del vuoto di rappresentanti del Ministero degli Interni? Eppure le connessioni tra criminalità e azzardo legale sono state ampiamente documentate dalle forze dell’ordine e rese palesi in Parlamento e Senato con circostanziati rapporti….

E’ tuttavia la presidenza dell’Osservatorio che lascia davvero perplessi. E ciò non soltanto per quanto contestato dagli operatori del gioco lecito che ritengono oltraggioso chi, come noi, si è permesso di evidenziare che l’Agenzia dei Monopoli di Stato non sarebbe la sede appropriata per l’insediamento dell’Osservatorio Nazionale per i Rischi da Dipendenza da Gioco introdotto dalla Legge Balduzzi a causa dei 'conflitti di interesse' che governerebbero l’Amministrazione Finanziaria. Avete letto la denominazione dell’Osservatorio? Ebbene, a parere di costoro (cfr. Jamma del 15 aprile 2013) “affermare che i Monopoli di Stato non dovrebbero coordinare l’attività dell’Osservatorio in quanto Entità che si prefigge di aumentare il gioco e non di diminuirlo (ciò generando l’assunto che altra e terza struttura avrebbe dovuto assumere tale ruolo), costituisce gravissimo atto di “rottura istituzionale”, equivale ad una accusa di infedeltà “sistemica” di una pubblica diramazione dello Stato rispetto ai compiti che la legge ad essa assegna, peraltro in sinergia con il Dipartimento Antidroga della Presidenza del Consiglio (forse in conflitto di interessi anch’essa, a questo punto, dato il rapporto tra esistenza del gioco lecito e il gettito erariale)”. In realtà, l’assunto che “altra e terza struttura” avrebbe dovuto assumere il ruolo di diminuire il gioco, come già detto, era stato proprio il DDL Balduzzi a dichiararlo, nel momento stesso in cui finalizzava l’Osservatorio a valutare le misure più efficaci per contrastare la ‘diffusione del gioco d’azzardo’, cioè per determinarne la riduzione.

Gli operatori dell’azzardo legale si chiedono chi sia più “terzo” dello Stato rispetto all’esigenza di salvaguardare la salute dei cittadini, e quale altro strumento possa essere più funzionale, alla risoluzione del G.A.P., se non la “fotografia” esatta del fenomeno sotto il profilo numerico e comportamentale.

Vero. Ma ci sono molte parti in gioco, anche nello stesso Stato. E non tutte vedono la questione dalla stessa prospettiva. E’ evidente quindi che anche nel fare una fotografia, sia proprio il fotografo a fare la differenza, ed è puerile e seccante che venga negato.

A capo dell’osservatorio quindi ci si aspettava un ruolo tecnico, super partes, con competenze scientifiche specifiche indiscutibili strettamente correlate alla finalità dell’Osservatorio che è quella di contrastare la ‘diffusione del gioco d’azzardo’ e del fenomeno della dipendenza. Se stiamo parlando di un osservatorio che ha a che fare con la salute pubblica, il tandem cui è stata effettivamente affidata la presidenza avrà dunque le caratteristiche più opportune? Giudicate voi stessi.

PRESIDENTE DELL’OSSERVATORIO – Luigi Magistro, Vicedirettore Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (il cui supplente è Antonio Tagliaferri, oggi DG Agenzia Dogane e Monopoli, direttore strategie AAMS, ex direttore giochi per i monopoli di stato, fino al 2010). Magistro è appena arrivato. Ma Tagliaferri, dirigente AAMS di vecchia data e navigato, ha partecipato alle politiche pro azzardo sin dagli albori della riorganizzazione del comparto del gioco lecito, e possiede un curriculum sul quale riflettere. Punta dell’iceberg è la condanna ricevuta dalla Corte dei Conti, dopo una annosa querelle, con sentenza n.214 del 2012, a pagare una somma di circa 2,6 milioni di euro per non aver adempiuto agli obblighi di trasparenza negli anni 2004-2006 (è stato condannato assieme al DG dell’epoca Tino e alle concessionarie di slot machine per il fatto che queste ultime non avrebbero collegato gli apparecchi alla Sogei al fine di consentire gli opportuni controlli da parte dell’Amministrazione dei Monopoli di Stato): la sentenza è stata impugnata e la sua efficacia sospesa. Quindi, Tagliaferri è ancora innocente fino a prova contraria.

Tutto qui? Non proprio. Altri fatti che possono concorrere a farsi una idea dell’appropriatezza e della neutralità di questa presidenza, stanno nell’analisi di qualche recente frase del nostro riferita dalla stampa di settore. Ad esempio, Tagliaferri ha affermato che “i Monopoli, a legislazione vigente, non hanno poteri di intervento diretto, né di tipo censorio né di carattere sanzionatorio, sulla pubblicità dei prodotti da gioco” e anche che “eventuali modifiche legislative dovrebbero, comunque, essere attentamente ponderate, in quanto un divieto generalizzato di pubblicità, come avviene per esempio per il settore dei tabacchi, potrebbe essere considerato lesivo della libertà di imprese dalle aziende del settore”. Secondo Tagliaferri “una sia pur ridotta e controllata forma pubblicitaria dei giochi è utile al fine di consentire ai consumatori di poter distinguere l’offerta di giochi legali da quella di giochi illegali e alle aziende che operano legalmente nel settore di farsi conoscere e presentarsi alla luce del sole, a differenza degli operatori del mercato nero” (Gioconews, 23.10.12). Ammesso e non concesso che si possano condividere le premesse del nostro circa l’utilità del marketing dell’azzardo di Stato al fine di scongiurare l’accesso al mercato illegale, appare comunque assai lontano dalla realtà dei fatti che la pubblicità sui giochi oggi sia … “ridotta” e “controllata”.

E ancora, a testimonianza dell’imparziale prospettiva, il 9.2.2012 Tagliaferri, intervenendo alla presentazione di Sistema Gioco Italia (federazione aderente a Confindustria che raggruppa 5800 aziende di gioco) affermava che simili “manifestazioni e iniziative contribuiscono a migliorare l’immagine del settore del gioco. Un’immagine che si arricchisce ulteriormente quando si presta attenzione al valore della responsabilità sociale. I concessionari, così come tutti gli operatori, sono fortemente impegnati nel veicolare un giusto messaggio su quella che è la realtà del comparto. L’amministrazione non può che accogliere con favore iniziative di questo tipo, nell’auspicio che si rafforzi ulteriormente lo spirito propositivo e collaborativo dei rapporti tra operatori e amministrazione” (Jamma, 9.2.12).

Del resto, il buon giorno si vedeva già dal mattino: nel 2004 quando Tagliaferri era Direttore Centrale per le Concessioni Amministrative di AAMS, presentando il rapporto annuale sottolineava quanto gli interventi svolti dalla sua struttura per il controllo e la regolamentazione del settore, avessero permesso una crescita del comporto giochi molto evidente. Affermava: “Con gli apparecchi da intrattenimento è stato colmato un buco nel settore ed in pochi mesi AAMS è stata già in grado di far funzionare e controllare circa 120.000 apparecchi, con una raccolta del settore che è passata in breve tempo a 4 miliardi di euro, con 500 milioni già finiti nelle casse dell’Erario. La nostra struttura” precisava Tagliaferri “sta operando per un riequilibrio del settore ed ha aperto il mercato anche a provider stranieri. Tutto questo anche a fronte di attacchi immotivati e fuorvianti, da parte di qualche organo di stampa, come quello che ha coinvolto il Bingo che invece va benissimo e per il quale sono in arrivo importanti novità per il 2005 (il Bingo interconnesso, quello nazionale, ecc). La riorganizzazione di AAMS ha anche permesso alle Scommesse Sportive di far segnare nel 2004 un significativo +17% ed alle Lotterie, il cui nuovo corso è partito solo da pochi mesi, di crescere del 90%” (Agicos,02.12.04). Erano gli anni oggetto dell’indagine di cui sopra.

Evviva il presidente vicario dell’Osservatorio, con i migliori auguri di buon lavoro da parte dell’associazione ALEA.


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