Distretto Azzardo Italia: dentro o fuori dal mondo scientifico?
Gioco eccessivo: conoscere, prevenire, ridurre i rischi. Questo il titolo di un convegno che si è tenuto a Neuchatel (Svizzera) lo scorso mese di gennaio. In modo chiaro e pragmatico, in tipico stile svizzero, vengono messi in ordine i vari passaggi necessari per porre in essere azioni efficaci di contrasto al disturbo da gioco d’azzardo: per prevenire e ridurre i rischi è prima necessario conoscere…. Solo sei italiani erano presenti al congresso, che ha avuto ampio respiro internazionale e che era inserito in un ricco programma scientifico che va avanti stabilmente dal 2005 (anno della prima edizione).
Dov’erano tutti quegli “esperti” che come funghi ogni giorno spuntano nel nostro paese per accreditarsi su questa delicata e complessa materia e che sgomitano per incidere sulle nostre policy? Per fortuna (ma non per caso) tre dei sei italiani presenti erano componenti del Direttivo di ALEA: a Fulvia Prever e a me è stato chiesto di presentare due relazioni e moderare due sessioni e Mauro Croce ci ha come sempre ben rappresentato, partecipando ad un panel plenario. L’invito ha rappresentato un importante riconoscimento scientifico per noi e per la nostra associazione oltre che eccellente occasione per confrontarci con i più recenti sviluppi della ricerca del settore.
La questione principale posta nel convegno parte dal nuovo inquadramento del gioco d’azzardo eccessivo nel DSM-V che rientra tra le patologie riconosciute nel capitolo delle dipendenze. Ci si è interrogati quindi se i principi validati nel campo dell’«addictologie» possano essere applicati al gioco d’azzardo eccessivo e si è fatto riferimento ai quattro pilastri della prevenzione, riduzione dei danni, trattamento e regolazione del mercato. In particolare, il concetto di riduzione del danno relativamente al gioco d’azzardo è stato approfondito con molti spunti per il lavoro a venire. Per «riduzione del danno» si intendono tutte quelle politiche, programmi e pratiche il cui scopo è primariamente di ridurre le conseguenze negative dell’uso di sostanze psicoattive legali o illegali sulla salute e sulla sfera sociale ed economica, senza necessariamente ridurne il consumo. Ciò va a beneficio degli utilizzatori, ma anche delle loro famiglie e dell’intera comunità. Per raggiungere questo obiettivo politici, ricercatori, operatori ed consumatori dovrebbero mettere a fuoco gli specifici rischi e danni associati all’uso di una specifica sostanza (o comportamento, nel caso della pratica di giochi d’azzardo), cosa causa questi rischi o danni, e cosa può essere fatto per ridurli. Già nel 2010 Ladouceur avvertiva però che, a differenza di quanto è possibile fare per il consumo di sostanze, relativamente al gioco d’azzardo non è plausibile ipotizzare la riduzione dei danni senza andare a modificarne significativamente anche la quantità, limitandone quindi il consumo in termini di spesa, durata e frequenza.
Tra le ricadute negative del gioco d’azzardo possiamo annoverare la sofferenza individuale (che può sfociare in depressione e suicidio), la sofferenza del contesto (familiare, amicale, lavorativo e sociale più in generale), le perdite economiche e i costi che ricadono sulla salute pubblica, oltre che su quella privata. Tutti questi costi parrebbero essere piuttosto nascosti, poco visibili e non molto indagati. E’ necessario porsi l’obiettivo di stimare i danni da gioco d’azzardo usando la scala già in uso per la misurazione delle conseguenze negative derivanti dal consumo di sostanze. Quindi, prendendo in considerazione fattori quali la mortalità, i danni specifici e correlati, la dipendenza, l’impatto sul funzionamento mentale, la perdita di beni materiali, la perdita di relazioni, la criminalità correlata, costi familiari, ecc.
Tali danni sono generati da molteplici fattori: se da un lato possiamo annoverare la vulnerabilità individuale bio-psico-sociale, vanno anche considerati, tra gli altri, la natura dei giochi d’azzardo ed i conflitti di interessi economici e sociali. Gli interventi da fare sono molteplici e solo a titolo di esempio citiamo l’identificazione precoce, il gioco responsabile (secondo principi riconosciuti dalla comunità scientifica e non come mera etichetta promossa dall’industria del gioco d’azzardo), la regolamentazione basata sull’evidenza empirica sotto una regia guidata tassativamente dai principi di sanità pubblica.
Il Prof. Williams, ha presentato una dettagliata puntualizzazione di best practice accreditate a livello internazionale finalizzate alla limitazione dei danni derivanti dalla diffusione del gioco d’azzardo legalizzato nel territorio.
- 1. Punto di partenza che deve essere accettato da tutti gli attori in gioco è il riconoscere che la prevenzione efficace del gioco d’azzardo problematico darà luogo alla diminuzione del fatturato e ad alcuni disagi per i giocatori d’azzardo non-problematici.
1.1. All'obiettivo della minimizzazione del danno deve essere data la stessa priorità di quella data all’obiettivo di generare risorse economiche.
- 2. E’ necessario utilizzare una vasta gamma di iniziative di prevenzione educativa e politico-strutturale.
2.1. Bisogna riconoscere che le misure politiche e legislative sono altrettanto, se non più importanti, delle iniziative educative.
- 3. E’ necessario coordinare tra loro queste iniziative multiple (educative e politico-strutturali).
3.1 Bisogna provare a coinvolgere la comunità locale nella attuazione di queste iniziative multiple.
- 4. Bisogna diminuire la disponibilità generale del gioco d'azzardo.
4.1 Limitando o riducendo il numero delle sale da gioco.
4.2 Limitando o riducendo il numero delle diverse forme di gioco d'azzardo.
4.3 Collocando i luoghi di gioco lontano dalle popolazioni vulnerabili – ad esempio, evitando di ubicarli in quartieri a prevalenza di abitanti di basso status socio-economico;
4.4 Implementando altre restrizioni sulla disponibilità del gioco d’azzardo - ad esempio, limitando le occasioni di gioco (soprattutto Slot e VLT) in luoghi appositamente dedicati, piuttosto che permetterne il collocamento anche nei bar, ristoranti, ecc.; riducendo gli orari di apertura delle sale giochi; limitando l’accesso nei locali in cui si gioca d’azzardo ai non residenti, o limitando drasticamente il numero di luoghi di gioco accessibili ai residenti.
- 5. Bisogna eliminare, ridurre e/o vincolare le forme a più alto rischio di gioco d'azzardo eccessivo: Slot e VLT, lotterie istantanee, giochi da tavolo da casinò (roulette, carte, ecc.), gambling on line.
5.1 Regolamentando e vincolando la velocità delle Slot e VLT, l’entità della posta massima, l’entità della vincita massima, la frequenza di near miss, il numero di linee su cui giocare, e il numero di posti a sedere/postazioni gioco.
5.2 Richiedendo che il giocatore (a prescindere dall’essere problematico) stabilisca in anticipo l’entità di denaro e di tempo che giocherà sulle Slot, VLT, e al gioco d'azzardo online utilizzando parametri efficaci.
- 6. Bisogna eliminare le “carte fedeltà” (che premiano in caso di elevata spesa) o usarle per promuovere Gioco Responsabile (ad esempio, premiando per avere aderito a limiti rispettati).
- 7. Bisogna limitare il gioco d’azzardo consentendolo solo a chi può permettersi di giocare. In altre parole, la ricerca mostra come vi siano categorie di persone più vulnerabili di altre (per queste persone andrebbero pensati adeguate forme di esclusione: ad esempio, le persone con dipendenze attuali o precedenti, con problemi di salute mentale, e tratti di personalità vulnerabili, indigenti, residenti, ecc.). Inoltre, sarebbe opportuno innalzare l'età legale per il gioco d'azzardo al fine di minimizzare i danni ad esso correlati.
- 8. Bisogna limitare l'uso di tabacco e alcol durante il gioco.
- 9. Bisogna limitare l'accesso al denaro durante il gioco (ad esempio non collocando bancomat nelle sale gioco)
- 10. E’ necessario trasmettere conoscenze, atteggiamenti e abilità ai giocatori al fine di inibire la progressione del gioco problematico.
10.1 Aumentando la conoscenza del gioco d'azzardo e del gioco problematico.
10.2 Correggendo le cognizioni erronee.
10.3 Promuovendo attitudini adeguate nei confronti del gioco d'azzardo.
10.4 Promuovendo le competenze utili a rendere operativo il cambiamento di comportamento.
- 11. Bisogna continuare a svolgere le iniziative di prevenzione che si mettono in atto, per un periodo prolungato, perché produrre cambiamenti comportamentali nella popolazione richiede tempi lunghi.
- 12. Bisogna ottimizzare la progettazione e valutazione delle nuove iniziative:
12.1 Impiegando studiosi esperti nella progettazione, implementazione e valutazione.
12.2 Usando comprovati modelli teorici per la modificazione del comportamento per guidare lo sviluppo di nuove iniziative.
12.3 Utilizzando sempre il cambiamento dei comportamenti quale misura primaria di efficacia.
12.4. Conducendo periodiche valutazioni della prevalenza e incidenza del gioco d’azzardo problematico nella popolazione per monitorare l'impatto delle nuove iniziative.
I presenti hanno siglato il “Patto internazionale di Neuchatel” che siamo stati orgogliosi di sottoscrivere per promuovere, in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i diritti di salute, economici, sociali e culturali dei giocatori eccessivi e delle loro famiglie.
L’Italia delle istituzioni è entrata tardivamente nel modo del gioco d’azzardo. E’ bene che si esca quanto prima da un provincialismo pericoloso per la formulazione di adeguate politiche di salute ed è necessario che ci si muova rapidamente per integrarsi in un panorama scientifico internazionale competente e vivace da cui non possiamo che imparare. Riteniamo che ciò aiuterebbe forse anche a svincolarsi dalle lobby del gioco d’azzardo che ancora troppo parrebbero pesare sui nostri decisori. Come si vede, quanto emerso dal congresso di Neuchatel è già un Piano di Azione di contrasto al GAP: preciso, operativo e validato scientificamente. Talvolta, acquisire quello che altri hanno fatto bene è molto meglio che rifarlo ex novo.
Daniela Capitanucci