SAN CONO PROTETTORE DEI GIOCATORI ?
Ho conosciuto questa curiosa storia dagli amici dell’osservatorio internazionale sul gioco dell’università di Salerno , Ornella De Rosa e Donato Verrastro, allievi e continuatori dell’ opera di Giuseppe Imbucci, uno dei più grandi studiosi della relazione uomo-gioco-cultura. Una relazione vitale per ogni essere umano che Imbucci insieme, e direi al pari di Huitzinga e Caillois, ha esplorato nelle dimensioni storiche ed antropologiche.
{jcomments on}La storia è quella di San Cono, ed è descritta da Maria Grillo, professore ordinario di lingua e letteratura ispanoamericana presso l’Università di Salerno nel testo pubblicato dal Mulino “Gioco e Società”, a cura di De Rosa e Verrastro. E’ una storia che lega credenze popolari, pensiero magico, legami, riti e miti di una comunità nella quale il gioco d’azzardo ed il suo “protettore” assumono un valore di collante. Ma vediamo questa curiosa ed intrigante storia che nasce con Cono Indelli nel XI secolo. Un giovane che , come tanti altri forse più per la fame che per la fede entra in un monastero benedettino, distinguendosi però presto non tanto per virtù teologiche quanto per la capacità di cuocere il pane entrando egli stesso nel forno acceso senza bruciarsi. Temerario in vita nello sfidare il fuoco, in odore di santità e di miracoli sarà conteso da due paesi: Teggiano e Padula. Ed a decidere a quale paese andranno le sue spoglie ci si appellerà al fato. La cassa con il suo corpo rimasto intatto ad un anno dalla morte verrà pertanto posta su un carro tirato da due buoi che , riferiscono le cronache, non avranno dubbi nel prendere la strada per Teggiano dove , giunti davanti alla chiesa stramazzeranno al suolo. San Cono fu immediatamente proclamato Patrono e Protettore del paese scelto ed egli ricambierà la devozione apparendo prima durante l’assedio di Federico d’Aragona, quindi per fare cessare la peste e poi ancora durante il terremoto del 1857. Già beatificato nel 1595 da Sisto V, la sua santificazione avverrà solennemente il 27 aprile 1871 da parte di Pio IX. Sono gli anni della grande ondata migratoria verso le Americhe. Una emigrazione di intere comunità, famiglie, gruppi legati alla propria identità, alle proprie tradizioni ai i propri santi. E così San Cono emigrerà in Uruguay dove, come narra la leggenda, quando per la prima volta fu portata in processione la sua statua si esibì in un miracolo al contrario: la terra uruguayana, totalmente immune da terremoti, si mise a tremare vuoi quale ideale gemellaggio con la sismica terra di origine vuoi quale avvertimento dei propri poteri agli scettici uruguagi. Cominceranno infatti a crearsi i primi dissidi e lotte di potere tra migranti italiani, le autorità e la Chiesa. E San Cono in un certo senso rappresenterà il simbolo di questa lotta a tal punto che per 17 anni nessun prete andrà a dire messa nella cappella che i devoti italiani gli erigeranno nel paese di Florida, ed il 3 giugno, data della morte di San Cono, si sfideranno due processioni : quella ufficiale della Chiesa la mattina, e quella della comunità italiana al pomeriggio. Ma San Cono sa riconoscere e premiare i suoi fedeli e devoti e le preghiere degli emigranti furono ascoltate. Il Santo si schierò contro la Curia decidendo, anziché di gettarsi nel fuoco o provocare un terremoto, di fare uscire il numero 3 il giorno della lotteria del 3 giugno. Ed il 5 giugno del 45, due giorni dopo la ricorrenza della sua morte ed il giorno del suo onomastico, il primo premio della lotteria nazionale fu vinto nel paese degli emigranti devoti a San Cono da un numero che terminava con lo 03.
Le vincite si susseguiranno a tal punto da obbligare i gestori del lotto a proibire la giocata del numero 3 durante le settimane prossime alla data del 3 giugno. Ed il settimanale Marcha così commenterà la notizia:
“La associazione degli agenti del Lotto ha preso una decisione doppiamente capitale. Ha ordinato di limitare le puntate che si fanno sullo 03 come primo numero dal 15 maggio fino a nuovo avviso. Si cerca di porre un limite alla valanga di giocatori che provoca la festa di San Cono (…) specialista nel far uscire il suo numero in queste occasioni. In difesa del capitale, quindi e d’accordo con la regolamentazione vigente, i finanziatori del lotto si proteggono dalla possibilità che si compia il miracolo e li butti in mezzo ad una strada”.
Considerazione finale del giornalista:
“Peccato per tante illusioni e tante candele accese a questo santo, uno dei pochi veramente miracolosi”.
Da un lato San Cono sembra produrre un forte interesse verso il gioco, un moltiplicarsi di scommettitori e quindi un aumento degli introiti per gli organizzatori. Ma questo fa paura. Le notizie dei miracoli del Santo cominciano a girare e la notizia diventa contagiosa. Inizia quindi una sfida: il numero 3 viene inibito ma i l’ostacolo viene presto evitato. Si sa che il pensiero magico non ha limiti: “L’importante è che San Cono possa comprendere l’intenzione: lui capirà!”. Ecco allora che si giocheranno i numeri confinanti (il 2 ed il 4), il contrario dello 03 (30), e ricorrenze varie…..sino all’infinito. Si moltiplicano anche le leggende, gli “studi” su questi miracoli. Sarà infatti possibile dimostrare che il 3 è stato sorteggiato più volte così come il fatto che il 4 giugno anche nella vicina Argentina il primo premio andrà al numero 3 il che ovviamente è un chiaro segno della volontà di San Cono. A questo punto la fama di San Cono supera i limitati confini dell’Uruguay arrivando a trovare devoti giocatori in diversi paesi dell’america latina. Ed i numeri derivati da San Cono si amplieranno fino quasi a coprire tutti i numeri che si possono giocare: 7 numero delle lettere che compongono San Cono; 11 secolo in cui nacque; 18 età in cui è morto; 26 numero della strada in cui è situato il santuario; 50 il civico della cappella, 60 numero impresso su un suo sandalo; 72 anno della canonizzazione; 75 numero della particella dei documenti del catasto; 85 anno di inizio della costruzione della cappella; 99 cifra data dalla moltiplicazione del 3 per 33 , l’età di Cristo.
Ma i miracoli non si limitano nel fare uscire i numeri desiderati.
Arriva il 1950: anno del giubileo ma anche anno dei mondiali di calcio. E la finale vede scontrarsi nel mitico stadio Maracanà i padroni di casa del Brasile con l’Uruguay. Il capitano dell’Uruguay si rivolge a San Cono promettendogli di andare in pellegrinaggio a piedi da Montevideo al Santuario. E San Cono non si farà attendere: 2 a 1 per l’Uruguay. Il segnale è chiaro. Non solo 2+1 = 3 , ma le reti saranno segnate da due figli di emigranti italiani: Schiaffino e Chiggia. E la maglia del capitano della nazionale così come il pallone della finale fanno ora bella mostra tra gli ex voto nella cappella del Santo. Evidentemente San Cono non solo ama e protegge i giocatori ma anche i calciatori. 2011 finale di Coppa America tra Uruguay e Paraguay. Edinson Cavani nipote di emigranti italiani e dichiarato fedele di San Cono, indosserà la maglia che porta il numero 21 (2+1=3) ed il Santo non lascerà equivoci : 3 a 0 per l’Uruguay. E sempre Cavani, ora bomber del Napoli, il 3 aprile del 2011 segnerà una tripletta contro la Lazio portando il Napoli a -3 dal Milan. Ed i miracoli di Cavani sembrano continuino tuttora….ma ora sappiamo perché…
E così possiamo davvero pensare che San Cono sia il protettore dei giocatori d’azzardo. In fondo come Hugarte cita nel testo “Santos Populares del Uruguay” è un Santo Laico: “perché i suoi devoti potranno non credere in Dio, né nella loro ultima dimora, nel cielo o nell’Inferno, ma sì nel fatto che San Cono favorisce nei giochi d’azzardo coloro che credono in lui” : un Santo che fa miracoli in contanti”.
PS. Noi a queste cose non crediamo ovviamente. Ma l’articolo è stato scritto con 6399 caratteri….Tutti numeri San Coniani….multipli di 3! Non si sa mai…in fondo è il primo numero…della ns newsletter ed un aiuto “in alto” non guasta mai.
Mauro Croce