Recensione del film: “Going for Broke” di Graeme Campbell

GFBTratto da una storia vera, Going for Broke è un film tv-americano del 2003, diretto da Graeme Campbell, che descrive la vita di una donna intrappolata nella compulsione del gioco. La durezza e realisticità di questo film non solo gli valsero alcuni premi, ma spinsero le autorità del Nevada ad inserire obbligatoriamente nei casinò il numero verde per la richiesta di aiuto per la dipendenza da gioco d'azzardo.

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Loterie Romande-musée Suisse du Jeu

Tratto dalla mostra "Createurs de Chances" , maggio-novembre 2012, a La Tour-de-Peilz, sulle grandi Lotterie europee.

Il Museo ospita,  nella splendida location del castello sul lago, l'esposizione permanente di fantastici giochi provenienti da tutto il mondo e una sezione dedicata stabilmente al gioco d'azzardo (vista anche la contiguità col casinò di Montreaux!)

Intrigante e istruttivo.

Pathological Gambling: A Systematic Review of Biochemical, Neuroimaging, and Neuropsychological Findings

neuro1Il presente articolo è una review degli aspetti biochimici, di neuroimaging e neurocognitivi del Gioco d’Azzardo Patologico (GAP) e si basa sulla ricerca di articoli sui database PubMed e MEDLINE negli anni 1995-2011. Forse i dati più interessanti in questi anni sono stati compiuti nel campo dell’Assessment Neuropsicologico dimostrando una stretta analogia nelle disfunzioni delle EF nel GAP con i traumatizzati cranici e con i Disturbi da Uso di Sostanze. Da questa review e da altre ricerche emerge l’importanza della messa a punto di un assessment cognitivo completo tramite una appropriata combinazione di test psicologici che possa valutare in modo soddisfacente il paziente affetto da GAP.

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recensione di GIOCO d'AZZARDO - giovani e famiglie (di Mauro Croce & Francesca Rascazzo)

Come dice Don Ciotti, avere dei buoni riferimenti adulti è l'unica speranza per le giovani generazioni in difficoltà...qualcuno di solido, affidabile, capace appunto di mettersi in gioco con loro e per loro.
E chi meglio di Mauro Croce per riflettere di giovani e di prevenzione?
Questo rimanda necessariamente anche all'ambito familiare: sappiamo cosa succede in una famiglia quando esplode un problema di dipendenza che riguarda i propri figli: incredulità, smarrimento, senso di colpa, impotenza.

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Un cappello pieno di spine

SEZIONE SPECIALE: Un’analisi operante nell’insorgenza del disturbo da gioco d’azzardo Relazioni tratte dal seminario del 13/6/2014 – presso la sede della Caritas Ambrosiana a Milano.

ALEA e AND-Azzardo e Nuove Dipendenze nel mese di giugno hanno chiamato a raccolta 81 operatori professionali in un interessante seminario di studi. In questa sezione speciale, si trovano molti dei contribuiti presentati dagli oratori invitati. Tema del seminario è un aspetto poco approfondito del gioco d’azzardo: il condizionamento operante, già messo in relazione con il gioco d’azzardo nel secolo scorso da Frederic Bhurrus Skinner, lo psicologo che lo ha teorizzato. Abbiamo analizzato il ruolo del condizionamento operante da tanti punti di vista: da quello della psicologia, dell’antropologia, della sociologia, della neurobiologia, della cibernetica, e della psichiatria. L’argomento trattato nel seminario è originale perché ribalta le responsabilità rispetto alla patologia dell’azzardo.

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Recensione a “Sono il fallimento più riuscito della mia vita.Uscire ridendo dal gioGo d’azzardo”

“Sono il fallimento più riuscito della mia vita.Uscire ridendo dal gioGo d’azzardo” di Rolando De Luca

Chiunque conosca anche superficialmente il Dott. Rolando De Luca avrà sicuramente notato la sua tendenza alla  ricerca lato “faceto” do ogni situazione.

Questa  peculiarità si esprime massimamente nel suo ultimo libro “Sono il fallimento più riuscito della mia vita. Uscire ridendo dal gioGo d’azzardo”, che riporta oltre duecento tra battute umoristiche, lapsus, errori grammaticali e motti di spirito emersi nell’arco di 10 anni di sedute di gruppo presso il Centro di terapia di Campoformido. L’idea iniziale è partita dal terapeuta, che ha iniziato ad annotare minuziosamente questo materiale spontaneo, per poi comunicare il suo eccentrico progetto ai gruppi, rendendolo così un lavoro collettivo e condiviso.

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Commento a: "Association Between Internet Gambling and Problematic Internet Use Among Adolescents"

gambling 02Association Between Internet Gambling and Problematic Internet Use Among Adolescents (Artemis Tsitsika. Elena Critselis.Mari Janikian. George Kormas. Dimitrios A. Kafetzis) - Commento di: Amelia Fiorin; Francesca Dorella; Rosalma Gaddi.

Uno degli attuali interessi nell’ambito dello studio del gioco d’azzardo patologico è quello di poter indagare il fenomeno del GAP nelle popolazioni giovanili. Un articolo apparso nel Journal of Gambling Studies nel 2010 ci offre un interessante contributo sull’associazione tra gioco on-line e uso problematico di Internet nella popolazione adolescenziale.

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SAN CONO PROTETTORE DEI GIOCATORI ?

225px-San ConoHo conosciuto questa curiosa storia dagli amici dell’osservatorio internazionale sul gioco dell’università di Salerno , Ornella De Rosa e Donato Verrastro, allievi e continuatori dell’ opera di Giuseppe Imbucci, uno dei più grandi studiosi della relazione uomo-gioco-cultura. Una relazione vitale per ogni essere umano che Imbucci insieme, e direi al pari di Huitzinga e Caillois, ha esplorato nelle dimensioni storiche ed antropologiche.

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Gambling On The Brain: How Can Neuroscience Add To Our Understanding Of Gambling Behaviour ?

Intervento di Mauro Croce nella tavola rotonda plenaria di apertura Intervento di Mauro Croce nella tavola rotonda plenaria di apertura Gambling On The Brain: How Can Neuroscience Add To Our Understanding Of Gambling Behavior ?

Luke Clark, University Of Cambridge.
Discussant J. Besson CHUV, J.E. Grant, University of Chicago; J.P. Couteron, Federation Addiction, Mauro Croce
Traduzione dal francese di Fulvia Prever

Se l’attenzione nei confronti delle neuroscienze è crescente, ed i risultati incoraggianti, tuttavia non possiamo non osservare come la comunità scientifica e gli operatori appaiano, se mi si concede questa estremizzazione e semplificazione, divisi tra quelli che possiamo definire come neurofobici e quelli che possiamo definire neuromaniaci. Tra chi vede nelle conquiste delle neuroscienze una minaccia, e chi ne vede invece una promessa ed una risposta a molti problemi di cui a fatica cerchiamo una soluzione.

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